Alito cattivo? Molto più di un fastidio per il naso
L’esperta Daniela Cimpeanu insegna “Alitosi e salute,

connessione innegabile”

Tra il 50 e il 60% della popolazione dei Paesi occidentali ha riferito di soffrire di alito cattivo cronico. L’attenzione a questo aspetto della nostra salute è dimostrato anche dalla grande presenza sul mercato di mentine, dentifrici, colluttori e persino sistemi di pulizia professionale che promettono un alito fresco, non sempre con grandi risultati.

Ma l’alito cattivo è veramente inevitabile?

Abbiamo affrontato l’argomento con la nostra esperta nel benessere e nella prevenzione dei disturbi gastro-intestinali, Dr.ssa Daniela Cimpeanu Naturopata.

Cosa determina l’alito cattivo?

Il cibo è sicuramente un fattore determinante. Non a caso è subito individuabile chi a pranzo ha consumato alimenti come aglio o cipolla, ma in realtà l’alitosi può dipendere anche da altri fattori. Riconosciamo, infatti l’alitosi fisiologica, in persone altrimenti sane e quella patologica.

Quali malattie danno luogo ad alitosi?

L’alitosi patologica può essere causata da disturbi nelle aree della bocca e del naso: disturbi alle gengive (gengiviti, periodontiti) ascessi dentari, residui di cibo o perfino un corpo estraneo infilato nel naso, come spesso accade ai bambini piccoli. Tra le cause di alitosi patologica provocata da patologie che colpiscono il resto del corpo ci sono: blocco intestinale, disborsi fermentativa putrefattiva, stitichezza, intossicazione epatica e sovraccarico tossinico degli organi emuntoriali. Nel caso dell’alitosi fisiologica, invece, concorrono consumo di alcol, tabacco, dentatura sporca, batteri che si trovano nella bocca o nell’apparato digerente.

Come si formano questi odori?

Come gli ingredienti di una torta che sta cuocendo nel forno cambiano forma inviando profumi deliziosi in tutta casa, allo stesso modo il processo durante il quale le proteine cambiano forma all’interno del nostro corpo emana odori, spesso non così deliziosi, che sono veicolati dalle nostre bocche. Questo processo si chiama putrefazione microbica. L’alito cattivo spesso è causato dai batteri che distruggono le proteine nella bocca e nell’intestino crasso e dal conseguente rilascio di composti gassosi di zolfo, come l’acido solfidrico e il metilmercaptano. Ne rappresentano le maggiori fonti i cibi di origine animale come carne rossa, molluschi, latticini e uova.

Lo spazzolino è sufficiente a contrastare il problema dell’alito cattivo?

La maggior parte degli odori disgustosi di cui stiamo parlando è prodotta nell’intestino crasso. Le proteine vengono putrefatte (demolite dai batteri patogeni) nell’intestino e poi i gas sulfurei vengono assorbiti tramite la parete intestinale dal flusso sanguigno, dove circolano fino a raggiungere i polmoni, per poi venire eliminati tramite il processo respiratorio. Dal momento che questi odori hanno origine all’interno del nostro organismo, sia lo spazzolino che gli risciacqui con il collutorio possono soltanto nascondere una piccola parte dell’odore sgradevole. L’alito mattutino è dovuto ai batteri anaerobici che si riproducono durante la notte nella bocca, che, quando si dorme, è chiusa per la maggior parte del tempo. Poiché i batteri destinati alla putrefazione e il rilascio di gas sulfurei preferiscono vivere senza ossigeno, la bocca chiusa durante la notte diventa il loro terreno fertile di riproduzione. L’alito del mattino è un esempio del lavoro di questi batteri poco socievoli, la maggior parte dei quali vive nella parte interna della punta della lingua. Per trattare questo problema, uno studio recente ha dimostrato che spazzolarsi i denti o ingerire compresse per l’alito non ha nessuna influenza sui gas sulfurei, mentre fare colazione e pulire la lingua li riduce considerevolmente. Un altro “trucco” da seguire è quello di sciacquarsi con un cucchiaino di acqua ossigenata che abbassa in maniera significativa la concentrazione dei gas sulfurei per circa otto ore.

Come può intervenire chi soffre di alitosi cronica?

Ogni caso è a sé e necessita di un programma terapeutico personalizzato. Il principale intervento che possiamo citare resta comunque la “pulizia intestinale”, necessaria per rimuovere dalle pareti del colon il materiale fecale stagnante, la flora batterica patogena e i detriti cellulari, facilitando l’azione peristaltica, migliorando l’ossigenazione e la funzione di assorbimento. Inoltre, è importante individuare ed eliminare gli alimenti non più tollerati dall’organismo.

Anche gli alimenti possono causare danni?

Alcuni possono favorire l’infiammazione della mucosa intestinale, quindi sarà necessario ripristinare la flora batterica selezionata per ogni tratto dell’intestino. Molto utile è la disintossicazione e l’eliminazione delle tossine; per mantenere sangue e linfa puliti, il corpo è dotato di organi definiti “emuntori” – cioè intestino, fegato, reni e pelle – che hanno il compito di espellere le scorie. Ma a volte l’organismo non riesce a smaltire un eccessivo accumulo di tossine e si verifica una condizione d’intossicazione che compromette la salute e il benessere psicofisico, rendendo più vulnerabili a malattie e disturbi.

Come è possibile intervenire per liberarsi da queste sostanze nocive?

La fitoterapia è un grande aiuto perché svolge un ruolo importantissimo nel coadiuvare le fisiologiche funzioni degli organi emuntori. Altro fattore non trascurabile per il ripristino di un corpo sano è dato dal regime alimentare, da integrare con un sufficiente consumo d’acqua e fibre alimentari, farine di farro, kamut e verdure, poiché contengono molte fibre, evitando una dieta troppo ricca di prodotti raffinati (zuccheri, farine bianche, lieviti, grassi) e l’abuso di lassativi. Da preferire frutta e verdura di stagione e mai dimenticare che lo stato di salute del nostro intestino influenza anche gli altri organi: ecco perché è ancora più importante riuscire a mantenerlo sano ed efficiente.