SE L’INTESTINO E’ PIGRO
TUTTO L’ORGANISMO E’ NEI GUAI

Un intestino mal funzionante crea disquilibri che colpiscono tutti i settori del nostro corpo spiega l’esperta Daniela Cimpeanu.

 

L’intestino è il motore che da ritmo a tutti gli organi. Un intestino pigro non smaltisce le scorie più pericolose. Che, se rimangono in circolo, ci possono far ammalare. Se le scorie non vengono eliminate il sistema linfatico le riassorbe e le rimette in circolo. La maggior parte dei problemi di salute oggi diffusi nella società industrializzate è dovuta ad un cattivo stato di pulizia intestinale spiga la Dr.ssa Daniela Cimpeanu naturopata esperta in benessere e prevenzione dei disturbi gastrointestinali , doctor of science in naturopathy, major dietolog and nutrition.

Dottoressa c’è connessione tra l’intestino e il cervello?

L’intestino è un organo “sensibile”, che percepisce sbalzi di temperatura, emozioni, dieta, cambiamenti nello stile di vita e di clima. La relazione tra l’intestino e cervello è confermata dal fatto che i plessi nervosi che innervano l’intestino sono in contatto con i centri cerebrali deputati alle l’elaborazione degli stimoli esterni, e che nelle anse intestinali si trovano dei neurotrasmettitori simili a quelli presenti nell’encefalo. Questa sensibilità espone l’intestino (il colon in particolare) a disturbi che possono alterare la peristalsi, ovvero i movimenti ritmici indispensabili per l’evacuazione.

Cosa succede al nostro organismo se non si va regolarmente di corpo?

La difficoltà di svuotare l’intestino dal materiale di scarto è un problema che colpisce un numero crescente di persone. Il cibo impiega normalmente diciotto ore per attraversare l’organismo ed essere eliminato. Se consumiamo tre pasti al giorno e abbiamo un solo stimolo evacuativo ogni cinque giorni, ci saranno i residui di quindici pasti da eliminare. La stipsi è un disturbo da non sottovalutare perché può avere effetti gravi sulla salute dell’intero organismo. Innanzitutto se le feci rimangono troppo a lungo nell’intestino i capillari e il sistema linfatico finiscono per riassorbire una quantità di sostanze che dovrebbero al contrario essere espulse. Questo porterà nel tempo ad accusare disturbi come: stanchezza, mal di testa, difficoltà a perdere peso, dolori e gonfiori addominali, disturbi digestivi, sonnolenza dopo i pasti. Quando l’intestino è ipoattivo, i residui tossici possono essere assorbiti più facilmente attraverso la parete intestinale nel flusso sanguigno e da questo depositati nei tessuti. Se altri sistemi preposti all’eliminazione sono ipoattivi, una maggiore quantità di residui rimane all’interno. Quando ogni tessuto avrà raggiunto lo stadio degenerativo, sarà evidente che l’insediamento tossico avrà soverchiato le difese organiche. È quindi il momento di disintossicarli – di eseguire una pulizia dei tessuti.

Come ci si accorge che si soffre di stitichezza?

Si parla di stipsi quando compaiono due o più dei seguenti disturbi: scarse evacuazioni, inferiori a tre alla settimana; volume delle feci estremamente ridotto: sono generalmente di forma nodulare e rotondeggiante; presenza di feci dure in almeno un quarto delle evacuazioni; forma e consistenza delle feci inducono a parlare di stipsi anche se le evacuazioni sono superiori a tre alla settimana. Il problema è che il transito intestinale non avviene comunque in modo corretto; sensazione di ostruzione rettale e svuotamento incompleto; addome teso, gonfio, dolorante con presenza di meteorismo.

Quali sono le cause più comuni della stipsi?

La stitichezza può essere: cronica se è riconducibile a una specifica patologia o legata ad abuso di farmaci oppure occasionale, legata a fattori contingenti o alle condizioni particolari della gravidanza. Le cause possono essere: dieta povera di fibre e di acqua; abuso di antidolorifici, tranquillanti o sedativi che “calmano” anche la motilità intestinale; abuso di lassativi in quanto mettono a riposo l’organo sostituendo la funzionalità della peristalsi, l’intestino perde il suo ritmo naturale. Ogni volta che l’intestino è stimolato artificialmente, vi è un effetto opposto, che si manifesta in una perdita di tono e in un indebolimento strutturale. Tutto ciò contribuisce all’assuefazione ai lassativi e ad eccedere nel loro utilizzo. La dipendenza, col tempo, distruggerà in modo spontaneo e naturale. Inoltre anche cattivo funzionamento della tiroide che, nell’ambito di un rallentamento delle funzioni metaboliche, può dare origine a stitichezza; abuso di integratori contenenti calcio e ferro, che possono avere tra le controindicazioni proprio la costipazione; cambiamenti di abitudini (come quando si va in vacanza): l’intestino sottoposto a modificazione dei propri cicli, rallenta le sue funzioni; rigidità emotiva, eccesso di controllo, stress inoltre la disbiosi intestinali (mancanza della flora batterica buona e presenza della flora batterica patogena).

Possiamo aiutarlo a ritrovare l’equilibrio senza assumere lassativi?

Combattere la stitichezza assumendo dei lassativi non solo è inutile perché non rimuove le cause vere del disturbo, ma aggrava il problema. Per evitare che la situazione peggiori bisogna andare a rimuovere la causa, cercando di capire dove nasce il problema, se è voce di una patologia o soltanto l’effetto di una cattiva alimentazione o disbiosi. Fondamentale ripristinate la normale funzionalità intestinale effettuando un’accurata pulizia del colon, riossigenazione, ripristino della flora batterica amica e del Ph. Se in attesa di scoprire la vera causa del problema si ha bisogno di un piccolo aiuto scegliere i rimedi dolci che non inducano l’evacuazione attraverso un’irritazione della mucosa intestinale e una stimolazione della peristalsi. Assumiamo i cosiddetti “lassativi di massa”, che aumentano il volume delle feci richiamando acqua nel lume intestinale e favorendo così il transito (appartengono a questa categoria ad esempio i semi di psillio o di lino). Ma è importante anche osservare alcune regole che favoriscono l’evacuazione. La prima più importante è quella di non reprimere lo stimolo. A volte, infatti, a causa di convenzioni sociali che fanno apparire inopportuno l’atto di liberarsi delle feci, tendiamo a controllare il bisogno di evacuare, rimandando a momenti e luoghi più tranquilli.

A tavola ci si può aiutare?

Assumere lassativi, senza correggere la propria alimentazione significa di fatto condannarsi ad aver periodicamente a che fare con la stitichezza. Questo disturbo è fortemente legato al moderno modo di alimentarsi, sempre meno naturale. È dunque necessario riabituarsi ad alimenti grezzi, non raffinati, il più possibile vicini alla loro origine. L’intestino dell’uomo, ce lo dice la sua lunghezza, è stato fatto per mangiare e digerire adeguatamente i vegetali e questi non dovrebbero mancare. Sono infatti ricchi di fibre, sia insolubili che solubili: le prime, presenti soprattutto nei cereali integrali, non si svolgono in acqua ma, una volta nell’intestino “richiamano ” acqua e idratano così le feci; le fibre solubili invece assorbono acqua e si trasformano in una massa gelatinosa che ripulisce il colon.

Ci sono anche cibi da evitare? Alcuni alimenti sono da limitare se non si vuol rallentare ulteriormente le funzioni intestinali. Dunque da evitare il pane non integrale soprattutto quello con mota mollica, il riso bianco, salumi, fritti, cioccolato. Da evitare anche il vino rosso, che contiene un tannino dall’effetto astringente, e gli alcolici, che disidratano.